Il lavoro in ufficio è sempre stato una noia tremenda, sia per i miei dipendenti che per me che lo dirigo. Ho sempre lavorato ad una scrivania, fra persone annoiate a morte da documenti e conti, mai un colpo di scena, una routine sempre identica fra casa, lavoro, chiacchiere vuote e di nuovo casa. Dopo dieci anni di fatiche però mesi fa era arrivato finalmente il momento di espanderci e assumere nuovi segretari e contabili. Al colloquio si erano presentate pochissime donne, quasi tutte per il posto di segretaria e una sola contabile, Lucia. Una bella donna sulla quarantina, che mi aveva colpito subito per un dettaglio: due enormi, morbide e vistose tette. Lo so è poco professionale ma è la verità e qui posso ammetterlo. Non solo era brava, competente e preparata, ma aveva quelle tette magnifiche che l’hanno resa una candidata impossibile da dimenticare. Mi sentivo persino in colpa ad assumerla, pensavo il mio giudizio fosse stato deviato proprio dalla sua bellezza, ma alla fine era davvero perfetta per la posizione che richiedeva. E intanto io, single stressato da quindici anni almeno, me la immaginavo la notte in tante altre posizioni. Non era una di quelle che sa di essere bella e sfrutta la cosa facendo l’oca. Era vestita con un tailleur elegante e addirittura un bel foulard a coprire la scollatura, ma non c’era niente da fare, quelle tette enormi sul suo corpo dolce erano un dettaglio troppo evidente.
Alla fine avevamo assunto Lucia e pochi altri e nella mia routine lavorativa finalmente era entrato qualcosa di interessante, qualcosa che a parte i guadagni, mi faceva venire voglia di andare a lavorare al mattino. Lei e le sue tette.
La prima fantasia erotica sulle tette di Lucia
Non ero l’unico
Lucia come detto prima era una bellezza che non si ostentava. Quarantenne single, attenta all’ordine e puntuale, professionale e seria. Una donna tutto d’un pezzo, che si concedeva poche distrazioni e una manciata di sorrisi cortesi ma mai troppo calore. Era così impeccabile e seria che nemmeno le colleghe più anziane ne erano gelose e l’atmosfera era molto tranquilla. Però era ovvio che attirasse l’attenzione di molti fra gli impiegati, single o meno che fossero.
Lucia era alta circa 1.70, fisico snello, vita stretta e fianchi morbidi, con quel dettaglio delle tette che riempivano una quinta abbondante. Aveva lunghi capelli biondi, lisci, quasi sempre raccolti in pettinature molto caste, pudiche, da maestrina degli anni passati. Anche il vestiario era molto abbottonato, elegante. Il trucco sul viso dolce dai begli occhi castani era impeccabile e leggero. Insomma una donna di classe.
Io tornavo a casa ogni sera e cercavo di non pensarci, ma una volta sotto la doccia o a letto mi ritrovavo con una mano sul cazzo a segarmi pensando a lei. Come sarebbero state quelle tette superbe da nude? Come sarebbe stato riuscire a scoparci? Era diventata un chiodo fisso e più ci pensavo peggio era. La desideravo proprio nel più carnale dei modi e mi sentivo anche in colpa perché ero il suo capo. La più banale delle relazioni lavorative insomma, la scopata con la neoassunta. Dopo poche settimane stavo già pensando a come agire, ero sempre più determinato volevo provare a starle più vicino e parlarci, capire se sarebbe potuta essere interessata ma senza spaventarla o crearle disagi.
Il problema è che non ero l’unico a puntarla. Le ronzavamo intorno almeno in cinque, tutti molto attenti a non far diventare la cosa volgare o scadere nelle molestie, ma solo un cieco non si sarebbe accorti delle nostre mire.
La scoperta
Quello che nessuno avrebbe mai immaginato
Dopo pochi mesi, un collega fece una fortuita scoperta. Ci prese da parte, me ed un altro, e ci mostrò con aria complice un video sul cellulare. Era un porno, di anni prima. Molto amatoriale, ripreso da una videocamera economica, e al centro c’era una bionda dalle grosse tette, seduta nuda in mezzo ad un gruppo di uomini intenti a farle un bel bukkake. Era Lucia, e quelle erano le tette che avevo tanto sognato. Naturali, morbide e sode, con due deliziosi capezzoli rosati. C’era letteralmente una rugiada di sborra sopra.
Da che il video si era diffuso fra i colleghi le attenzioni verso Lucia si erano fatte ancora più insistenti, finché due giorni fa Lucia non è arrivata a chiedermi di parlare in privato dopo l’orario di lavoro. Pensavo che si sarebbe licenziata, che avrebbe segnalato qualche episodio sgradevole, invece mi ha solo spiegato del suo passato come attrice porno e che temeva avrebbe potuto renderle difficile trovare lavoro. Ovviamente le ho detto che non era un problema, e lei ha sorriso. Era un sorriso diverso, malizioso, non cortese e neutro come al solito. Lì ho capito che quella era la mia occasione. Le ho spiegato che ero attratto da lei, come molti altri, ma avevo paura di metterla in difficoltà facendomi avanti.
Lei mi ha sorriso di nuovo, ancora più maliziosa e si è indicata le tette coperte da una bella camicetta di raso nero.
“Vorresti vederle dal vivo?” mi ha chiesto.
Ho sentito il sangue ribollirmi nelle vene, ho annuito senza rendermene conto, senza pensare al fatto che eravamo ancora in ufficio. Lei si è alzata, mi si è avvicinata e s’è sbottonata la camicetta. Mi si è fermata di fronte, io ancora seduto in poltrona e lei s’è inginocchiata.
“So che filmato hai visto. So che sognate tutti di poterlo fare. Tu sei un bell’uomo, e sei stato molto gentile con me, voglio ringraziarti a dovere. Mi piaci.” ha detto mentre si scopriva le tette. Meravigliose, cinte da uno splendido reggiseno in pizzo bianco. Mi ha guardato dal basso fermandosi sulla patta dei miei pantaloni e mi è diventato duro rapidamente. Non avevo più voglia di frenarmi, pensare alla correttezza professionale, volevo solo segarmi su quelle tette.
L’ho tirato fuori e lei, con l’esperienza tipica di una ex pornoattrice l’ha preso in mano senza timidezza. Ha iniziato a masturbarmi e avvicinare la punta ai seni mezzo nudi. Ho lasciato che se ne prendesse cura interamente lei, e dopo diversi minuti, un paio di succhiate alla punta e un bel lavoretto di mano le venivo in faccia e sulle tette. Ci siamo dovuti rivestire subito, ma domani ci siamo dati appuntamento in privato, e spero di arrivare ben oltre.